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DISCORSO DELL'ECC.MA REGGENZA IN
OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME SULLA STORIA DELLA
GUARDIA DEL CONSIGLIO
La Reggenza è felice di ricevere oggi gli
Alti Ufficiali della Guardia del Consiglio Grande e Generale -
insieme a quelli del Comando Superiore delle Milizie - e si
compiace vivamente per la pubblicazione del volume sulla sua “storia,
istituzione ed evoluzione”.
Questa udienza, che la Reggenza ha incoraggiato nel momento
della consegna dell’opera, ci offre l’occasione per
ringraziarvi personalmente e di ringraziare simbolicamente
tutte le Guardie del Consiglio che nel trascorrere di oltre
260 anni di storia hanno prestato il loro servizio a favore
dei Capitani Reggenti e dei Consiglieri ed hanno svolto
funzioni di rappresentanza ed insieme di sicurezza con
prestigio e dignità.
La partecipazione di cittadini volontari alle istituzioni e
tradizioni più rappresentative della nostra storia e cultura è
quanto mai apprezzata dalla Reggenza e crediamo sia manifesto
il sentimento d’affetto del tutto particolare che i
Sammarinesi nutrono nei confronti della Guardia Nobile.
La sua vitalità nel corso del tempo è testimonianza della
capacità del Corpo di trasmettere quel senso di appartenenza
allo Stato e di attaccamento alle istituzioni e ai simboli
della sovranità tali da essere forza di attrazione per nuovi
giovani volontari.
La Reggenza ha incoraggiato questa udienza perché il vostro
lavoro è meritevole ed oggi abbiamo potuto anche apprezzare la
ottima qualità di questa pubblicazione che ha già destato
l’interesse, la curiosità e il plauso di quanti l'hanno letto.
Per capire oggi il significato ed il valore di un Corpo d’élite,
addetto in modo specifico alla tutela del Consiglio Grande e
Generale, è necessario calarsi nel contesto storico nel quale
è nato.
La vicenda alberoniana, che aveva messo in pericolo
l’esistenza stessa della Repubblica, è stata, come noto, il
fatto occasionale per l’istituzione di un Corpo armato a
difesa dei Consiglieri. In rapporto ai tempi si trattava di
assicurare, anche fisicamente, ai membri del Consiglio una
condizione di libertà nel prendere le deliberazioni ordinarie
e straordinarie.
“Animus in consulendo liber” è l’espressione scolpita
nell’architrave di una delle porte di accesso della Sala
Consiliare. Tale concetto non è un tardivo e retorico
ornamento della cultura politica del tardo Ottocento
rappresentata dal Palazzo Pubblico, ma è il recupero degli
ideali comunali, all’origine della nostra Repubblica.
La Guardia del Consiglio - nata nelle circostanze che la
pubblicazione spiega in modo esauriente e sobrio- ha
continuato a rappresentare lo spirito della sua origine nelle
diverse e contraddittorie esperienze storiche.
La ricca documentazione iconografica, oltre ad evidenziare la
paziente ed accurata ricerca archivistica, ha il pregio di
mettere in evidenza il rapporto tra il Corpo stesso e le
istituzioni politiche e la cittadinanza. Ancora oggi, in una
ideale rappresentazione visiva dei fatti istituzionali,
scanditi dalle nostre più importanti date, la Guardia del
Consiglio, che la popolazione definisce comunemente anche "Nobile",
è il Corpo Militare che più di altri esprime la sovranità
della Repubblica.
Questa visibilità identificativa è testimoniata dalla cura,
spesso minuziosa, della evoluzione delle divise che rispondeva
ad un maggior senso di decoro e di ordine, anche in ragione
della apertura della Repubblica al mondo esterno. Anche un
Corpo Militare di volontari contribuiva – e contribuisce anche
oggi- a trasmettere il senso dei valori posti a fondamento
della nostra statualità.
La Reggenza rinnova il più vivo apprezzamento per la
pubblicazione ed è certa che la sua divulgazione all’interno
della Comunità Sammarinese, oltre che utile per il substrato
storico, sarà di stimolo alle nuove generazioni per continuare
lo spirito di volontariato verso i Corpi Militari e per
accrescere il senso di identità e di appartenenza oggi ancor
più necessari per rafforzare il tessuto connettivo del Paese.
(San Marino - 21 gennaio 2004/1703 d.F.R.) |
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